Venezia 69: Leone d’Oro a Kim Ki-Duk

(articolo ripreso da http://www.mymovies.it/festival/venezia/2012/, scritto da Giancarlo Zappoli)

Lo possiamo dire senza il timore di essere smentiti: il Leone d’Oro assegnato a Pietà di Kim Ki-duk è un riconoscimento meritatissimo andato a un regista che è da tempo un autore a pieno titolo. Ne è testimonianza l’applauso unanime che ha accolto l’annuncio del premio così come le recensioni che sul film erano state pubblicate a seguito della sua proiezione. È un’opera straziante e crudele quella che lo ha visto tornare alla regia dopo una profonda crisi depressiva. Una crisi testimoniata dal documentario autobiografico girato in un isolamento che rasentava la follia e presentato lo scorso anno a Cannes. Non tutti forse avranno capito il senso di quel canto intonato sul palco della Sala Grande. È Arirang che dava il titolo a quella confessione a cuore aperto e coincide con una ricerca di pace interiore che è ciò che il regista ha augurato a tutti.
Una Giuria che centra il Primo Premio mostra già di essere sensibile ma il gruppo di personalità guidate da Michael Mannha dato prova di questa attenzione su più fronti. Se il premio andato a Ulrich Seidl per Paradies: Glaube può trovare sostenitori e detrattori non altrettanto si può dire per Paul Thomas Anderson che ha ottenuto il riconoscimento per la miglior regia per The Master ricevendo anche una grande considerazione per la scelta dei due protagonisti. Perché il suo film, che ha sullo sfondo la nascita di Scientology, si regge sulla straordinaria prova di due attori Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman che reggono il confronto senza mai esagerare ma anche sfoderando tutte le loro doti di recitazione. In tema di recitazione due premi hanno finito con l’avvicinarsi idealmente. Perché la Coppa Volpi per la migliore attrice e il Premio Mastroianni per il migliore attore emergente sono andati a due giovani: l’israeliana Hadas Yaron e l’italiano Fabrizio Falco. La prima ha offerto un’intensa partecipazione a una vicenda che tocca il difficile tema dell’ortodossia religiosa in rapporto alle scelte individuali nel film Fill the VoidFabrizio Falco ha invece riempito lo schermo con due ruoli totalmente differenti passando dal passivo ragazzo di È stato il figlio di Daniele Ciprì al personaggio incentrato su una tensione espressiva in Bella addormentata di Marco BellocchioCiprì si è anche visto omaggiare di un riconoscimento per la qualità tecnica di un film che ricostruisce Palermo in Puglia mentre la miglior sceneggiatura attribuita al ‘come eravamo’ postsessantottino di Olivier Assayas Apres Mai sembra più legata alla presenza in giuria della Casta che non a straordinari meriti di scrittura. In complesso va rilevato che questa 69^ Mostra si è rivelata all’altezza del compito e che Alberto Barbera ha ripreso (con grande senso della misura e attenzione alla qualità complessiva della manifestazione) il lavoro che fu bruscamente interrotto anni fa.

Anche in quest’occasione Venice One Limouisne è stata presente. Il servizio offerto è stato eccellente: transfer dall’aeroporto di Venezia verso la città lagunare con il massimo del confort e della sicurezza, effettuato da autisti professionali e capaci. Venice One Limousine è la scelta migliore per vivere l’evento del cinema di Venezia.

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